Bramante e la svolta rinascimentale nell’architettura lombarda

Donato Bramante, erede del Brunelleschi e di Leon Battista Alberti, giunto a Milano negli anni di Ludovico il Moro, rivoluzionò l’architettura milanese, inaugurandone la stagione rinascimentale. Con la Chiesa di Santa Maria presso San Satiro, e pochi anni dopo con la Tribuna di Santa Maria delle Grazie, l’artista pose le basi dell’architettura classica in una Milano ancora dominata dallo spirito gotico del suo Duomo, e inventò, utilizzando con rigore la prospettiva, un “mirabile artificio” che da secoli stupisce ogni visitatore. Vero gioiello del Rinascimento, di piccole dimensioni, incastrata com’è nel tessuto urbanistico medievale, San Satiro nasconde al suo interno altre meraviglie, come il sacello omonimo altomedievale, con un gruppo scultoreo in terracotta del Compianto sul Cristo morto di sconvolgente verità, e la preziosa Sacrestia/Battistero, luminoso e raffinatissimo spazio che ha tutto il sapore classico bramantesco.

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