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IL CIMITERO MONUMENTALE

L’imprenditoria milanese fra paternalismo e filantropia

Più di 250.000 mq, più di 220.000 abitanti nella “città dei morti” che è il nostro Monumentale. Luogo unico, dal fascino insospettato, il Monumentale è definito, non a torto, “museo a cielo aperto” per la presenza di numerosi monumenti di grandi maestri della scultura e dell’architettura fra Otto e Novecento.
Ci sono modi e modi di accostarsi a questo luogo, che è innanzitutto luogo della memoria: di una memoria personale e intima e di una memoria collettiva.
Noi scegliamo la strada della memoria collettiva, quella del ricordo che tutti noi abbiamo di coloro che per vari motivi hanno fatto la storia del nostro Paese: nel campo dell’arte e della cultura, nel campo politico, nel sociale come nell’economia.
Un nuovo percorso dedicato al mondo dell’industria e dell’imprenditoria a cavallo di due secoli: attraverso sepolcri monumentali o tombe più sobrie, avremo modo di conoscere quel momento di cambiamento radicale della visione del mondo e dell’industria che passa dal paternalismo ottocentesco, all’approccio manageriale del XX secolo. Ci fermeremo davanti ai monumenti che già nelle visite classiche si ammirano (Campari, Pirelli, Bernocchi…) accostandoli con una nuovo approccio, andremo scoprendo altri sepolcri, solitamente esclusi nei percorsi tradizionali, quali quelli di Angelo Motta, delle famiglie Crespi, Branca, Borletti, di Ambrogio Binda, nome legato ad un’industria di bottoni e alla celeberrima cartiera…