Un appuntamento imperdibile con due dei massimi protagonisti della pittura rinascimentale, un incontro unico, e forse irripetibile, fra un grande Maestro che torna a confrontarsi a distanza di secoli con un giovane promettente allievo della sua bottega,  un allievo che lo surclassò: Pietro Vannucchi, il Maestro, meglio noto come Perugino, versus Raffaello Sanzio, l’Allievo, per tutti e per la storia Raffaello e basta.
Arriva a Milano, alla Pinacoteca di Brera, dal Musée des Beaux-Arts di Caen, lo Sposalizio della Vergine che Perugino dipinse fra il 1499 e il 1504 per il Duomo di Perugia, una pala destinata ad essere collocata presso la reliquia del “santo anello” della Vergine.
Un’opera di grande bellezza a cui il giovane Raffaello dovette uniformarsi quando, anche a lui, venne commissionato, pochissimo tempo dopo, una pala con il medesimo soggetto, nella vicina Città di Castello per la cappella di San Giuseppe nella chiesa di San Francesco. Raffaello era poco più che ventenne, aveva già dato prova di essere un buon allievo, ma con la pala dello Sposalizio della Vergine si mostrò in tutto e per tutto artista di grande talento e soprattutto, pittore autonomo dal Maestro, pronto a spiccare il volo. E così fu.
Ammirare insieme le due opere, confrontarle de visu, è un’emozione a cui non è possibile rinunciare.
Sarà anche l’ennesima occasione per visitare Brera, con un’attenzione particolare ai capolavori del Rinascimento per contestualizzare il percorso di Perugino e Raffaello e per capire, di quest’ultimo, il salto tra le scuole del Quattrocento e la maturazione a cavallo fra Quattro e Cinquecento di un linguaggio che si fa universale.

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