Il “salotto buono” della borghesia milanese


Quotidianamente attraversiamo la città, percorriamo strade nel centro, come nella periferia, passando davanti a palazzi antichi e moderni, a vecchie case, a resti di un passato preda della città moderna… attraversiamo la storia di Milano senza rendercene conto, senza fermarci a guardare intorno a noi, senza capire ciò che ci circonda.
Nel centro storico di Milano, pulsante di vita e di frenesia, ci soffermiamo a parlare della Milano borghese, partendo da Piazza Cordusio e dalle strade limitrofe da dove partì nel secondo Ottocento la trasformazione urbanistica e architettonica della città. E’ nel clima postunitario che risalgono le fondamenta della città moderna, quando Milano assunse un ruolo trainante nell’Italia unita, forte della sua classe borghese imprenditoriale, dello spirito meneghino intraprendente e laborioso, della generosità dei milanesi: “Milan col coeur in man”  non è un luogo comune…
La città medievale fu sventrata, sopravvisse solo la suggestiva Piazza dei Mercanti, al Cordusio sorsero i Palazzi del potere economico e finanziario, mentre già qualche anno prima, Giuseppe Mengoni, costruendo quel capolavoro di architettura e ingegneria, che fu la Galleria Vittorio Emanuele, innalzò un simbolo della città moderna e della borghesia che, ritrovandosi nei caffè e ristoranti lussuosi della Galleria, trasformò questo passaggio coperto in vero salotto esclusivo.
Il percorso non potrà che concludersi con la salita ai camminamenti esterni della Galleria Vittorio Emanuele, aperti recentemente lungo la copertura di vetro: un modo diverso di vedere da vicino la volta e la cupola in ferro, ghisa e vetro della Galleria, vero “inno” al progresso, e di gettare uno sguardo riassuntivo dall’alto della Milano dell’Ottocento e non solo…

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