Due stili a confronto: il trionfo del Rococò a Palazzo Clerici e la misura classica a Palazzo Reale

Secolo di profonde trasformazioni, il Settecento vede da un lato le ultime propaggini di un gusto e di uno stile vita che riflettono la società aristocratica imparruccata e incipriata, fatta di superficialità, di belle maniere, di ostentazione di lusso ed eleganza; dall’altro lato si affaccia la nuova società dei philosophes, dell’intellighenzia e dell’Illuminismo portatori di ben altri principi che porteranno al progresso e alla rivoluzione in cui nasce il germe della modernità.
Nel campo ci compete, l’arte, questi due mondi così diversi, che si trovano nel giro di pochi anni comunque a convivere, sono rappresentati dal Rococò e dal Neoclassicismo, antitetici e affascinanti entrambi. L’uno visto come estremo “canto del cigno” di un tempo che si chiude, l’altro come inizio di un nuovo mondo.
A Milano il Rococò è rappresentato da uno dei suoi massimi artisti: Gianbattista Tiepolo. Tiepolo, maestro veneziano tra i più amati al suo tempo, non esitò ad allontanarsi dalla sua città, per raggiungere Milano negli Anni Trenta del Settecento. Nella nostra città decorò Palazzo Archinto, Palazzo Casati-Dugnani, la Cappella di San Satiro nelle Basilica di Sant’Ambrogi e fino alla sua opera milanese più splendida e brillante: il grande affresco della Galleria di Palazzo Clerici. Una dimora costruita nel tessuto antico del centro di Milano, che ha una lunga storia, una famiglia – i Clerici – dalle vicende intriganti, un artista geniale che sfodera nella Galleria del palazzo tutto il suo talento. Con un’inesauribile vena creativa, Tiepolo trasfigura lo spazio reale della lunga e stretta galleria in un qualcosa di spettacolare: un’avvincente sequenza di figure mitologiche e allegoriche svolazzano nel terso cielo azzurro fra squarci di luce, colori brillanti in un tripudio di fantasia e teatralità tutta rococò!
Il Neoclassicismo segna il volto di Milano: il centro storico è fatto di palazzi costruiti secondo il nuovo “buon gusto” che guardava alla bellezza contenuta, sobria e misurata degli antichi, che vennero emulati non solo nel loro lessico (colonne, frontoni, balaustre classicheggianti), ma anche per quei valori di virtù che si riflettevano nella perfezione che raggiunsero!
Palazzo Reale, progettato da Giuseppe Piermarini sull’antico arengo ducale, fu il primo edificio che impose il nuovo corso dell’architettura, e non solo, a Milano. Abituati a varcare la soglia del Palazzo, a salire lo scalone monumentale per le mostre allestite nelle sue sale, questa volta parleremo della storia, dell’arte, della dimora che fu del Granduca d’Austria Ferdinando, che vide il passaggio di Napoleone Bonaparte, che, con l’unità d’Italia, ospitò i Savoia.

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