I giardini dell’eternità: la simbologia della morte e della vita eterna

La “città dei morti” parla di speranza, di una vita oltre la morte, di una possibilità, non remota, di riscatto… parla di eternità, un mistero che si svelerà solo varcando la soglia di una dimensione “altra”. Lo leggiamo negli epitaffi che, soprattutto sulle tombe più antiche, rivelano l’umanità, le virtù di chi ha lasciato questa terra e attende la promessa della vita eterna. Lo vediamo tra i numerosi simboli che decorano i sepolcri, talvolta di un’evidenza che ci spiazza, talvolta più misteriosi. Tutto ci parla del senso della morte, ma soprattutto dell’amore per la vita. Porte che si aprono sull’oscurità dell’infinito, fiori che non sono solo un omaggio gentile a chi non c’è più, piramidi che ci rimandano ad una delle forme più antiche di monumento funerario, colonne spezzate come la vita di chi prematuramente ha varcato la soglia dell’Aldilà, clessidre… “tempus fugit”. Raramente teschi e scheletri a ricordare l’aspetto macabro della morte. La “città dei morti”, il nostro Monumentale, è occasione di scoperte sempre nuove. Scoperte che vogliamo condividere anche questa volta in un percorso diverso, che si snoderà nel “giardino dell’eternità” fra sepolcri noti e meno noti, alla ricerca di simboli ancestrali che l’uomo moderno ha fatto propri per esprimere il suo sentimento nei confronti della morte.

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