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Milano nell’Italia postunitaria cambia volto e, al suo interno, cambia anche la società: si fa prepotentemente avanti la classe borghese e nasce il proletariato. Conseguenze saranno le tensioni e i conflitti sociali che segnarono la nuova epoca.
È questo il clima in cui si prese le mosse un gruppo di giovani pittori, scultori, letterati e musicisti che diedero vita ad un movimento “scomposto, travagliato, turbolento e irrequieto” (come scrisse nel 1862 Cletto Arrighi) che con atteggiamenti anticonvenzionali, uno stile di vita senza regole, si posero contro il perbenismo borghese.
In arte furono gli antesignani di uno stile antiaccademico, in cui le figure si muovono avvolte nella luce e nell’atmosfera vibrante di colore, in una dimensione di “non finito”.
Gli Scapigliati, un po’ maudit (maledetti), un po’ bohémiens, a Milano frequentavano principalmente il Monforte. Qui si davano convegno nelle osterie, come la celebre Osteria della Polpetta e quella dell’Ortaglia site in Via Vivaio, dove tra una bevuta e l’altra decantavano versi e preparavano la rivoluzione nella cultura e nell’arte.
Attraverso brani di autori scapigliati, testimonianze e fonti del tempo, scopriremo tutto questo, con una tappa finale che ci porterà a conoscere quanto fecero nell’arte figurativa per svecchiare la cultura accademica imperante!

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