L’Archivio storico e il Sepolcreto della Ca’ Granda

L’Archivio Storico della Ca’ Granda e il suo sepolcreto, luoghi segreti e inaccessibili al pubblico, sono stati aperti recentemente e sono a disposizione di tutti per aggiungere un tassello alla storia della nostra città, fatta sì di grandi eventi, ma anche di un vissuto quotidiano, come quello che si legge nelle carte custodite nell’Archivio dell’antico “Spedale dei poveri”. La Ca’ Granda, fondata dal duca Francesco Sforza nel 1456, è statO un ospedale tra i più antichi d’Italia, modello per tutti gli ospedali europei. Nei suoi sei secoli di attività ha accompagnato i milanesi nel loro percorso di cura e ha fatto la storia della medicina e della clinica, grazie ai suoi illustri medici quali Carlo Forlanini, Edoardo Porro, Baldo Rossi, Luigi Mangiagalli e molti altri. Nell’Archivio storico migliaia di documenti narrano la storia secolare di questo luogo di dolore e di speranza, dall’anno Mille sino ai giorni nostri. Tra le preziose carte spiccano l’Atto di fondazione dell’Ospedale, firmato dal Duca Francesco Sforza, centinaia di pergamene, atti di benemeriti donatori e alcune lettere firmate da personaggi illustri, fra i quali Napoleone e Leopardi. Le sale, lungo le cui pareti si trovano le scaffalature con i documenti, erano destinate anche ad accogliere le riunioni del “Capitolo”, che qui si riunì fino al 1796. Quella maggiore, maestosa per ampiezza, fu affrescata da Paolo Antonio de’ Maestri, detto “Il Volpino”.
La visita prosegue con il Sepolcreto, posto al di sotto della Cripta della Chiesa della B.V. Annunciata, adiacente all’Archivio. Ambiente carico di suggestioni, era il luogo dove trovarono sepoltura coloro che morivano fra le mura dell’Ospedale, prima che venisse realizzato il cimitero di San Michele ai Nuovi Sepolcri, al di là della cerchia interna del Naviglio, a tutti noto come la “Rotonda della Besana”. Le recenti analisi sulle povere ossa ritrovate nel Sepolcreto, e che si stima appartengano a decine e decine di migliaia di uomini, donne, bambini, hanno permesso di ricostruire un altro volto della popolazione di Milano di secoli fa, apprendendo notizie sulle malattie di cui si soffriva, sull’alimentazione, spesso causa delle malattie stesse.
Una curiosità: nonostante il Sepolcreto fosse ormai chiuso da più di un secolo, qui vennero deposte le spoglie dei caduti delle Cinque Giornate di Milano, prima che venissero traslate nella cripta del monumento dell’omonima piazza.

 

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