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SANTA MARIA ALLA FONTANA

Il Santuario e la sua acqua miracolosa

L’Isola, quartiere alla periferia nord di Milano, è oggi nota per il progetto di riqualificazione legato alla Milano moderna, quella dei grattacieli, dei centri direzionali, quella di Porta Nuova. Un tempo era un borgo separato dalla città dalla ferrovia, come farebbe riferimento il nome stesso della zona, con una forte presenza operaia, soprattutto con l’avvento dell’industrializzazione, un vecchio cimitero detto della Mojazza, dove fu sepolto il poeta Giuseppe Parini. Qualcosa della sua storia antica con il dedalo di strade è rimasto, nonostante i locali alla moda nati in questi ultimi anni o le case nuovissime del Bosco Verticale.
Lo andremo scoprendo, insieme ad un gioiello rinascimentale: una chiesa di una bellezza inaspettata, forse non a tutti conosciuta, un tempo invece santuario mariano che raccolse pellegrini e devoti intorno alla sua fonte d’acqua miracolosa. Santa Maria alla Fontana, voluta forse a scioglimento di un voto, dal governatore francese, Charles d’Amboise, nel 1507, che trovò guarigione dalla cecità bagnandosi con fede con l’acqua benedetta di quella fonte. Nacque così una chiesa raccolta nella naturale depressione del terreno, ma allo stesso tempo uno spazio aperto e arioso, per favorire il passaggio dei pellegrini, specialmente dei malati, che potevano trovare conforto nella farmacia/sacrestia annessa, e anche alloggio in alcune costruzioni adiacenti. Un edificio che per secoli accolse pellegrini e malati, diventando, insieme alla Ca’ Granda e al Lazzaretto, uno dei tre capisaldi su cui si articolava la struttura sanitaria della città.
Oggi la chiesa si presenta con il suo volto rinascimentale: ispirata all’ideale perfezione della pianta centrale e al rigore simmetrico classico, valori portati nella Milano sforzesca da Leonardo e da Bramante, i suoi muri nel caldo colore del cotto, i suoi affreschi di scuola leonardesca e, naturalmente, la fonte presso la quale ancora ci si accosta con la speranza del miracolo.