Non manca nulla. C’è tutto quanto si possa desiderare. Natura a perdita d’occhio, mare cristallino, storia, cultura, arte, buon cibo e buon vino. E poi il cielo azzurro e la luce. Quella luce unica che solo il Sud regala: “Non è mai buio anche se il cielo è grigio”. È una pittrice inglese, Vanessa Bell, che agli inizi del Novecento pronuncia queste parole, ma ancor prima di lei tanti gli artisti che, colpiti dal fascino di questa terra affacciata sul Mediterraneo, vi si trasferirono.
Per Henry Matisse, nato a Cateau Cambrésis, nel nord della Francia, il Midi fu un vero colpo di fulmine “quando ho capito che avrei rivisto tutte le mattine quella luce, esplose in me una felicità sconosciuta”.
Ma di quale Midi parliamo? Parliamo di un territorio che dal confine con l’Italia, da Mentone, fino a Marsiglia si dipana per 250 Km circa lungo la costa e che, nell’entroterra, comprende ben quattro Parchi Naturali Regionali: dalle Préalpes d’Azur, al Verdon, dal Luberon, alle Alpilles.
Dalla Costa Azzurra alla Provenza. Mare e montagna. Un paesaggio variato e ricco di contrasti. Coste frastagliate, come quelle rosse dell’Estérel o quelle delle profonde gole delle Calanques, che si trasformano in spiagge lunghe, come quella lungo la celeberrima Promenade des Anglais a Nizza. Dolci colline ricche di una vegetazione verdissima, vallate con vigneti e oliveti, e poi agrumeti, querceti, pini marittimi, ginepri, corbezzoli, oltre a piante esotiche importate nell’Ottocento e perfettamente adattatesi al clima rivierasco: mimosa, eucalipto, agave, bouganvillea, palme … e non mancano le alte montagne, le Prealpi e le Alpi, quelle Marittime. Tutto questo in un “fazzoletto” di terra.
Dalla Costa Azzurra alla Provenza. Che dire poi del fascino senza tempo dei villaggi perchés, arroccati? Occhieggiano qua e là nel verde dell’entroterra e ci ricordano un tempo in cui dal mare, che è vita, commercio, conoscenza, arrivava anche il pericolo delle orde saracene, ma talvolta anche delle devotissime milizie cristiane. Arroccarsi fu una necessità, ma oggi inerpicandosi per quelle vie impervie, camminare nelle strette stradine di questi villaggi, si assapora un’atmosfera di pace.
Quella pace che ci avvolge, nel contatto mistico delle pietre di antiche chiese, pievi, abbazie medievali. Architetture romaniche sobrie ed austere, le cui decorazioni sono affidate solo alle soglie (spettacolare per esempio il portale di St. Trophime ad Arles) e ai capitelli dei chiostri dove regna il silenzio e il raccoglimento. Se si ha la fortuna di visitare l’Abbazia cistercense di Sénanque durante la fioritura della lavanda, lo spettacolo è unico: si lascia l’auto e ci si incammina nel silenzio e nel rispetto della sacralità del luogo, circondati dal profumo e dal colore viola intenso della lavanda. L’Abbazia sta lì, nella piccola valle, nel Plateau de Vaucluse, con le sue pietre bianche, “mute” perché prive di decoro, come vuole la spiritualità cistercense, ma che parlano da secoli all’anima. Una meraviglia!
Il colore “mauve”, tra il lilla e la lavanda, è uno dei colori di questa terra, insieme al rosso delle ocre di Roussilon, al giallo dei girasoli, al verde della natura rigogliosa e… naturalmente al blu del mare.
“Costa Azzurra” non a caso. Un’espressione che non è una trovata pubblicitaria, ma una felice intuizione di un letterato del XIX secolo, Stephen Liègeard, così appropriata che gli è sopravvissuta e che evoca tutto quanto abbiamo detto fin qui, ma non solo. Questa regione mediterranea già alla fine del Settecento divenne meta turistica (furono i nobili inglesi a lanciare la moda della Riviera) raggiungibile per via terra sfidando il massiccio dell’Estérel, o per via mare approdando al porto di Marsiglia, finché nel 1864 si realizzò un più comodo collegamento ferroviario Parigi-Nizza. Furono poi gli americani che introdussero la “bizzarra” moda dei “bagni di mare”: la Costa Azzurra era frequentata perché considerata un toccasana per la salute cagionevole.
Dalla Costa Azzurra alla Provenza. Per i pittori non fu meta di villeggiatura, bensì un vero paradiso! Non c’era un solo aspetto che non potesse non colpire i pittori dell’Ottocento, di quel secolo in cui la pittura di paesaggio trovò il massimo splendore, il secolo in cui nacque la pittura “en plein air”. I pittori armati di tele e pennelli si immersero nella luce calda del sole mediterraneo, non meno degli scrittori profondamente ispirati da questi luoghi e da queste atmosfere. Nietzsche definì il Midi un “angolo di paradiso unico in Europa” e Nizza una città dai colori “immortali ed evanescenti”.
Luce… colore… gli ingredienti magici che trasformarono la Costa Azzurra e la Provenza tra l’Otto e il Novecento nel cuore pulsante e dinamico dell’arte moderna.
Dalla Costa Azzurra alla Provenza. Numerosi vi giunsero gli artisti lasciando la frenetica Parigi, i cieli tempestosi e le fredde acque di Normandia, o la campagna bretone, per lasciarsi carezzare dalla brezza mediterranea, per lasciarsi conquistare dal blu del mare e dalla luce calda e dorata del sole, per assaporare il profumo degli agrumi, delle mimose fiorite, della lavanda, dei girasoli…
Alcuni pittori vi soggiornarono per periodi più o meno lunghi, altri ammaliati decisero di trasferirsi qui per la vita…
Sebbene alcuni pittori già dalla metà del XIX secolo avevano scoperto la Costa Azzurra (Courbet fu forse il primo a scoprire il Mediterraneo come puro paesaggio) furono i pittori della luce e dell’aria, gli Impressionisti, a dare il via ad un vero e proprio fenomeno che vide nascere le pagine più belle delle loro vicende e dell’arte in senso ampio.

Claude Monet, vi giunse per un viaggio-studio nel 1883, per poi tornare l’anno successivo e ancora nel 1888 ad Antibes quando, scrivendo alla seconda moglie, Alice Hoschedè, le disse della meravigliosa scoperta dei nuovi colori che la sua tavolozza non aveva mai contemplato.

Pierre Auguste Renoir, arrivato qui una prima volta agli inizi degli anni ’80 di ritorno dal suo viaggio in Italia, tornò più volte finché decise di stabilirsi alle Collettes, le colline alle spalle di Cagne-sur-Mer. Fu un rapporto d’amore quello fra l’artista, il ridente villaggio di Cagnes e la tenuta delle “Collettes”: un maso sulle colline tra mare e cielo, immerso negli ulivi, negli alberi di limoni e d’arancio e nel profumo dei fiori di Provenza. Tutto fu fonte di ispirazione per l’arte di Renoir, mentre il clima temperato alleviò i dolori dell’artrite deformante che lo avrebbe ridotto su una sedia a rotelle. Quella che ancora oggi si vede nel luminoso atelier visitando la casa di Renoir, quella con cui si faceva portare a dipingere tra gli ulivi del suo giardino.

Paul Signac, maestro neoimpressionista, catturò nei precisi tocchi di colore la luce di Saint-Tropez, quando ancora non era famosa… Roger Vadim girò il suo film “Et Dieu créa la femme” nel 1956: nacquero due miti Saint-Tropez e Brigitte Bardot.

Paul Cézanne, nato ad Aix-en-Provence, dopo le esperienze parigine, tornò nella sua terra che tanto amava “Quando si è nati laggiù, è finita, non vi attira più nulla”. Del resto, qui aveva trovato la sua vocazione d’artista. Vi tornò e dipinse la natura secondo l’ordine e la concretezza della sua nuova pittura. Dipinse l’azzurro del mare e del cielo, ma soprattutto la montagna Sainte-Victorie trapunta dall’oro delle rocce e dai tetti delle case.

Vincent Van Gogh, provato dalla vita parigina, trovò una quiete insperata ad Arles, in Provenza, dove “il sole emana raggi di zolfo” dove la combinazione di azzurri celestiali e gialli “è dolce e amabile come nei quadri di Vermeer”, così scriveva al fratello Theo. Dipinse Arles e gli arlesiani, con i quali i rapporti non furono tanto pacifici, ad esclusione del postino Roulin e della sua famiglia, dipinse i girasoli, i campi di grano della piana di La Crau, gli iris, gli ulivi dai tronchi contorti e “sofferenti” come lui, le Alpilles, i cipressi come lingue di fuoco … Un quadro per tutti “Notte stellata”… uno dei tanti capolavori dipinti nel Midi. L’ultimo anno lo trascorse a St Remy, nell’ospedale psichiatrico – ex abbazia – di St. Paul a Mausole. Visitarlo dà emozioni forti per più motivi.

Paul Gauguin, raggiunse, obtorto collo, Van Gogh ad Arles nell’ottobre del 1888. Rimase solo due mesi nella “casa gialla” di Vincent, che oggi purtroppo non esiste più. Fra i due il rapporto fu difficile e conflittuale in una Provenza che in effetti non convinse del tutto Gauguin… l’artista aspirava ad altri paradisi!

Henry Matisse, uomo del nord, “figlio delle nebbie di Calais”, fu letteralmente abbagliato dal Midi. Già “fauve”, con le luci del sud non fece che accentuare la cromia e la vitalità delle sue opere, dalle gioiose tele di Saint-Tropez al suo ultimo capolavoro, la Cappella del Rosario di Vence.

Pablo Picasso, spagnolo di Malaga, uomo dai mille volti e dalle mille contraddizioni, trascorse quasi tutta la sua vita in Francia, e più volte soggiornò nel Sud che sentiva vicino alla sua terra di origine. Si stabilì in Costa Azzurra negli anni Cinquanta, a Vallauris, la cittadina dell’argilla, dove cominciò a praticare la ceramica. A Vallauris ha lasciato un capolavoro assoluto: la Cappella della Guerra e della Pace, dove quest’ultima trionfa in una sorta di grande abbraccio universale. Morì nel 1973, a Mougins, alle spalle di Vallauris, ed è sepolto nel parco del castello di sua proprietà a Vauvenargues in Provenza.

La lista degli artisti che abbracciarono il Midi è lunga: Braque, Derain, Duby, Cocteau, Chagall… Nacquero addirittura due gruppi, l’uno il “il gruppo di Grasse”, formato da Jean Arp, Sonia Delaunay, Max Ernst, l’altro, alla fine degli anni Cinquanta, l’ ”École di Nice”, fondato tra gli altri da due artisti nativi della regione, Arman e Yves Klein, che fu all’origine del movimento del Nouveau Réalisme.
Le loro opere si trovano nei musei di tutto il mondo, ma è qui nel Midi, dove hanno vissuto, dove hanno tratto ispirazione, che si trovano tutti riuniti in un luogo speciale e meraviglioso: la Fondazione Maeght a Saint Paul de Vence. Uno splendido spazio immerso in un bosco, che è molto più di un museo di arte contemporanea. È un’esperienza di grande impatto, stupore, che ti lascia a bocca aperta e che ben rappresenta lo spirito di questa terra speciale e irresistibile in ogni suo aspetto.

Marina Fassera

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