AVVICINARE L’ARTE CONTEMPORANEA: SI PUÒ, SI DEVE!

A Palazzo Reale per tutta l’estate, abbiamo una grande possibilità, non lasciamocela scappare: Grazia Varisco, artista di fama internazionale presenta le sue opere, se stessa e il suo cammino… e una mostra di Grazia Varisco, attenzione, non è mai un’esposizione, ma un’esperienza. Visiva certo, ma anche fisica, mentale, interiore.
Le sue opere interagiscono con lo spettatore in diversi modi. Sono realizzate con i materiali più disparati, anche quelli che non ci saremmo mai aspettati: motori, calamite, vetro quadrionda, neon… Tendono alla geometria, ma si tratta di una geometria imprevedibile e sicuramente solo apparentemente razionale.
Come solo apparentemente sono semplici. Perché “semplice non è facile”!
La semplicità così difficile da raggiungere, come insegnava Bruno Munari, vuol dire saper andare all’essenza delle cose. Come si fa? È un lavoro “a togliere” come ci insegna l’artista, ma certamente bisogna sapere cosa togliere… Si potrebbe dire che la capacità di Grazia Varisco è intuire la domanda iniziale: “E se…?” E poi quella di sperimentare materiali e visioni. Sperimentare sempre, per risalire ad altre domande, fino anche alla contraddizione, al senso nuovo di un pensiero diverso da quello stereotipato.
La Varisco ci insegna un nuovo modo di guardare. Perché la risposta è sempre multipla, mai univoca e il nostro occhio è capace di ascoltare. La sua opera è poesia che nasce dall’essere un’opera “aperta”, dove c’è spazio per le domande, dove c’è spazio anche per l’intervento dello spettatore.
Grazia ricorda sempre che all’inizio del suo percorso, negli anni ‘60, quando era parte del Gruppo T a Milano, esponeva opere dove era “vietato NON toccare”, rammaricandosi se i visitatori non leggevano il “non” e persistevano nello stereotipo di un’arte “inavvicinabile”.
Erano gli inizi di quell’Arte Cinetica e Programmata che tanto cambiò il mondo dell’arte: Colombo, Boriani, De Vecchi, Anceschi i suoi compagni di viaggio. Gruppo T=TEMPO.
Tutte le “serie” delle sue opere vogliono riempire di “possibilità” il nostro sguardo: Tavole magnetiche, schemi luminosi variabili, reticoli frangibili, mercuriali esprimono ciò che è mutevole e non assoluto, complici i materiali di nuova generazione, catturati e riutilizzati dalle mani sapienti e intuitive di Grazia.
Extrapagina è il nome che sceglie per definire un errore tipografico che “non deve capitare” (quello della pagina con pieghe accidentali). Ma per lei l’errore diventa poesia, nascosta in una semplice piega.
Meridiane e Gnomoni risalgono agli anni ’70: il tempo reale è mostrato dall’ombra, ma il tempo mentale ne imita e ferma poeticamente il disegno. Lo spazio accoglie e dilata le forme del tempo lasciando che il nostro sguardo scorra lentamente secondo il tempo interiore di ognuno.
“Mi interessa distinguere il luogo fisico dallo spazio mentale che per me non è definito, non è misurabile, non è un luogo, né un posto. È un non-dove in cui il pensiero è libero di tacere… e il silenzio è libero di parlarmi, sottovoce, costringendomi ad un ascolto attento” Oh! 1997
Risonanza al tocco, quadri comunicanti: l’ordine e il disordine la ragione e l’intuizione.
Le opere di Grazia Varisco non sono concetti da leggere, ma emozioni e intuizioni da cogliere.
“Stupirsi del mondo è un atteggiamento costante dell’artista”, dice Meneguzzo, curatore della mostra. E così facciamo noi che guardiamo le sue opere.
Regola ed errore, spazio e tempo, pieno e vuoto, movimento e stasi, caso e regola, artista e spettatore, instabilità e stabilità, spazio mentale e spazio fisico: gli opposti non sono opposti, ma sempre in dialogo.
Quasi un’autobiografia, intitola Grazia alla fine del catalogo della mostra, e poi, molto semplicemente si presenta con poche parole: “Sono una donna che dichiara l’età senza barare, tanto gli anni ci sono, li vedo e li sento tutti: 5 ottobre 1937”
“Ho dedicato una vita all’arte, che per me è stata ragione di vita, e per presentarmi propongo un ritratto di me espresso dalla mia nipotina Angelica, anni fa al mare. Ai vicini di spiaggia che gentilmente la sollecitavano ad aspettarmi per il bagno, lei risponde pronta: no no la nonna non viene, ha paura, non sa nuotare, non scia, non guida la macchina… non… non… non… Al gentile “ma forse qualcosa…?” della coppia, Serenamente e con disinvoltura risponde: “nooo, la nonna è un’artista!”
Auguri a Grazia, per i suoi prossimi 85!

Paola Sala

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