La periferia nord tra passato e presente. Villa Mirabello, Maggiolina e il villaggio dei giornalisti

Quotidianamente attraversiamo la città, percorriamo strade nel centro, come nella periferia, passando davanti a palazzi antichi e moderni, a vecchie case, a resti di un passato preda della città moderna… attraversiamo la storia di Milano senza rendercene conto, senza fermarci a guardare intorno a noi, senza capire ciò che ci circonda. Milano è anche questo: un insieme di stili, di storie, di percorsi, di vite che si trovano, si intrecciano, si confondono.
Un nuovo appuntamento ci porta nella periferia nord della città dove convivono diverse realtà a molti sconosciute
Il Villaggio dei Giornalisti, con le sue villette realizzate per la media borghesia nel primo Novecento, nate come reazione alla costruzione di edifici voluti invece per il solo ceto operaio. Edifici eleganti in vie tranquille e poco battute, villette con giardino, ma anche bizzarri ed estrosi edifici a forma di … zucche, funghi (ora scomparsi), palafitta!
La Maggiolina che, negli anni ’30 del secolo scorso, vide da una parte la costruzione di case popolari secondo standard precostituiti diffusi in varie parti di Milano, dall’altra l’intervento di noti architetti, come Luigi Caccia Dominioni, che negli anni del boom economico letteralmente disegnarono e crearono una nuova città “là dove c’era l’erba”…  proprio là dove il ceto medio negli anni ‘60 cercava casa a prezzi sostenibili, fuori dalla circonvallazione.
E poi Villa Mirabello: testimone di un passato importante, fu realizzata nel XV secolo in aperta campagna, oggi dà il nome al quartiere in cui si trova. E’ un edificio che rappresenta la tipica villa-cascina quattrocentesca, legata alla famiglia Mirabello (che acquistò il terreno dal duca Filippo Maria Visconti), divenne proprietà di Pigello Portinari, fiorentino, direttore della filiale milanese del Banco Mediceo (colui che fece realizzare la splendida e omonima cappella in Sant’Eustorgio). La villa ospitò per una breve sosta Ludovico il Moro. Più tardi passò ai Landriani con la sola funzione agricola. Dopo anni di abbandono e decadimento, dopo la II Guerra Mondiale Villa Mirabello, restaurata, divenne sede della  Casa di lavoro e patronato dei Ciechi di Guerra di Lombardia e, ancora oggi, ospita una fondazione Onlus attiva nell’assistenza di non vedenti.

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