L’immaginario ci trascina in mezzo a foreste intatte, animali selvatici e pagode. Mari cristallini e terrazzamenti a risaie. La mente corre al fascino coloniale di città che furono, un tempo, porti trafficatissimi, odore di spezie e templi buddisti. Ceri accesi a consumarsi all’ombra di antiche pagode.
Ecco, la Malesia ha questo. E, nel frattempo, ha aggiunto altro. Ha sviluppato gli aspetti più peculiari e belli di una popolazione estremamente multietnica, dove si rinvengono tracce di Cina ed India, Portogallo e Inghilterra, Corea e Arabia.
La Malesia è andata avanti, eccome! Kulala Lumpur con i suoi splendidi ed iconici grattacieli rappresenta un tendere verso l’alto. Ma, percorrendo in piroga i fiumi che si diramano come vene nel verde di una stupefacente natura tropicale in Borneo, per incontrare le popolazioni Dayak, diretti discendenti dei famigerati “tagliatori di teste”, ci si accorgerà che alla radice, nulla è cambiato.
Guardando negli occhi i piccoli orfani di Orang Utan salvati da sicura morte in uno dei tanti centri di riabilitazione, ci renderemo conto che l’uomo ha in sé strumenti e enormi potenzialità in positivo. La Malesia questi strumenti li ha usati e ha trasformato molte di queste potenzialità in fatti.