Milano Mostre – Museo del Novecento

Entretemps, et dés 1916, j’avais fondé le groupement artistique appelé Il Novecento italiano, dont je fus la présidente et dont j’organisais plusieurs expositions en les accompagnant de conférences illustratives, en Italie et à l’étranger […] Ces expositions et mes cours et conférences italiennes et autres [..] permirent au groupe du 900 Italiano de faire apprécier à l’intérieur et à l’étranger l’effort et l’essor de nos artistes d’avant-garde. On a voulu faire croire […]

(Margherita Sarfatti, 1954)

Con queste parole Margherita Sarfatti ricorda il suo ruolo di fondatrice e sostenitrice di un gruppo di artisti italiani, improprio chiamarlo movimento, a cui diede il nome di Novecento: con la loro arte rappresentarono la cultura italiana del Ventennio, non esenti da una certa “adesione” al momento politico del tempo, svilupparono un linguaggio di ritorno alle tradizioni del Paese, accantonando le ricerche più avanzate delle Avanguardie. Se ne ripercorrono le vicende nella mostra al Museo del Novecento dedicata alla Sarfatti, della quale si rivela al grande pubblico il talento, la sagacia, l’intraprendenza, di questa donna protagonista della vita politica e culturale italiana. Un viaggio negli anni tra le due guerre, attraverso 90 opere dei protagonisti di Novecento Italiano: da Boccioni a Bucci, de Chirico, Dudreville, Funi, Malerba, Sironi e Wildt. Il tutto accompagnato da filmati e fotografie, lettere, inviti ai vernissage, libri d’epoca, abiti, vetri e arredi, con un approfondimento sulla Milano degli anni Dieci e Venti nel XX secolo, la città dove Margherita Sarfatti visse, dove tenne salotto nel suo appartamento di Corso Venezia, accogliendo artisti, letterati, l’intellighenzia milanese tutta. Fu peraltro la città dove cominciò la sua professione di giornalista e critica d’arte, la città dove conobbe Mussolini, collaborando con l’Avanti, il giornale da lui diretto. Di Mussolini fu amante, confidente, amica e interlocutrice di fiducia, almeno fino agli anni Trenta: si può quasi dire che larga parte del pensiero del giovane Mussolini sia stato influenzato da Margherita Sarfatti, che educò il futuro duce, lo “raffinò” e lo introdusse nella “società bene” milanese, nel dibattito socialista e nell’alta cultura. Ciò le costò una damnatio memoriae, che, al di là delle discutibili posizioni e scelte, oscurarono il suo valore di critica d’arte instancabile, militante e fondamentale nel far conoscere in Europa e nelle Americhe lo stile italiano e l’idea di “moderna classicità”.

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