Milano Mostre, Mudec

Il modo più veloce per arrivare in alto in quello che stai facendo è di metterlo sottosopra

Qual è la vera identità di Banksy?
Dello street artist di Bristol che dagli anni ’90 ha ricoperto i muri di Londra con le sue opere pungenti e provocatorie con un linguaggio così immediato e insieme intelligente e poetico, non si conosce il nome.
Lavora di notte in luoghi imprevedibili, si copre il viso, rilascia interviste solo via mail. Regala opere create abusivamente, che poi sorprendono la mattina alla luce del sole.
Così come ogni graffitista, Banksy inizia a dipingere, per vedere poi le sue opere cancellate da imbiancature “riparatrici”.
In una decina d’anni la sua fama diventa inarrestabile: i suoi lavori vengono ricercati dal mercato inglese e americano, le sue opere riconosciute nello stile e nel messaggio e richieste anche quando questo comporta l’acquisto di un intero muro!
Oggi valgono cifre a 5 zeri, le opere di Banksy e nelle guide turistiche dei tour di Londra sono entrate le mappe per ritrovarle, nel tessuto di strade e muri cittadini.
Una contraddizione? Un tradimento dello spirito dello street artist, di colui che per definizione non vuole entrare e non è all’interno delle regole del mercato?
La risposta di Banksy è il suo anonimato, mantenuto con tenacia e convinzione: Banksy è una mano, un pensiero libero, che si regala a un pubblico che di solito non frequenta musei o mostre. I suoi messaggi toccano temi sociali di grande attualità e il suo famoso topo, alter-ego dell’artista, continua a comparire nelle città del mondo.

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