MONET. DAL MUSÉE MARMOTTAN di PARIGI

Claude Monet è il più amato tra gli Impressionisti francesi. Il pittore a cui molti artisti sono debitori per l’instancabile ricerca sulla luce  e il nuovo modo di dipingere “en plein air”. Catturare la luce, fissare sulla tela le sue vibrazioni, l’istante in cui si rivela il battito di un riflesso, dipingere l’aria mutevole, l’acqua in movimento, l’umore della natura è stata una sfida. Una sfida vinta perché condotta a contatto diretto con la natura. Dipingere “en plein air”, all’aria aperta, è stata per Monet e per gli Impressionisti una necessità, un bisogno. Uscire dall’atelier non è stato solo uscire fisicamente da uno spazio chiuso, è stato innanzitutto dar corso ad un nuovo approccio, una nuova visione della natura e della vita. Anche quella brulicante di una città come Parigi o quella piacevole lungo la Senna, o ancora quella dei sobborghi parigini che a breve avrebbero cambiato volto.

A Palazzo Reale torna dunque Monet e la sua opera: più di 50 le tele provenienti dal Musée Marmottan che possiede il nucleo più grande al mondo di opere dell’artista, grazie alla generosa donazione nel 1966 del figlio Michel. Sette le sezioni attraverso cui seguire in ordine cronologico le prime sperimentazioni, la maturità e l’ultimo periodo della produzione di Monet, quello di Giverny, del meraviglioso giardino e delle Ninfee. Giverny fu per Monet “un atto di fede, di amore e di umiltà”