in occasione della mostra “Gauguin e gli Impressionisti, capolavori dalla Collezione Ordrupgaard”

MATTINA

Visita guidata alla mostra a Palazzo Zabarella “GAUGUIN E GLI IMPRESSIONISTI Capolavori dalla Collezione Ordrupgaard”

Sono ormai più di venti anni che la Fondazione Bano a Palazzo Zabarella propone esposizioni d’arte dedicate ai movimenti e ai grandi artisti italiani dell’Otto e Novecento. Mostre prestigiose, curate dai massimi studiosi ed esperti del settore, che abbiamo seguito approfondendo ogni volta la nostra conoscenza sull’arte di due secoli carichi di rivolgimenti, trasformazioni, rivoluzioni. Questa volta si va oltre i confini nazionali. Infatti la Fondazione Bano e il Comune di Padova sono entrati, unici per l’Italia, a far parte del pool di quattro grandi sedi mondiali selezionate ad accogliere la celebre Collezione Ordrupgaard, eccezionalmente disponibile per il completo rinnovo del Museo che ad essa è dedicato a Copenaghen. La mostra “Gauguin e gli Impressionisti” nei mesi scorsi è stata ospite della National Gallery of Canada, per raggiungere quindi l’Italia,Palazzo Zabarella, e concludersi in una sede svizzera, prima di rientrare definitivamente all’Ordrupgaard Museum. L’occasione è veramente ghiotta. La Collezione creata ai primi del Novecento dal banchiere, assicuratore, Consigliere di Stato e filantropo Wilhelm Hansen e da sua moglie Henny, vanta infatti capolavori di arte impressionista e postimpressionista, tanto da essere considerata una delle più belle raccolte europee. La storia della Collezione è intrigante: muove dalla passione di Hansen, che rimase affascinato dalla nuova pittura francese in occasione del suo primo viaggio d’affari a Parigi nel 1893, ma si spinge fino all’idea di creare un consorzio con amici facoltosi, nella convinzione che l’arte francese fosse destinata ad un rapido aumento di valore e risultasse quindi un perfetto investimento. Così fu. Le tele di Courbet, Degas, Manet, Monet, Pissarro, Renoir … fino ad arrivare a Matisse e alle tele meravigliose di Gauguin, solo per citare nomi noti a tutti, a breve acquisirono il favore del pubblico, del mercato, divenendo opere fra le più ambite di musei e collezioni. Nel frattempo però i coniugi Hansen maturarono l’idea di tenere per se stessi questi capolavori, ma non vollero darli in pasto al mercato, per questo trasmisero la loro collezione allo Stato perché tutti ne potessero fruire.
Ora a Padova, saremo noi ad ammirare questi capolavori: i paesaggi campestri e d’acqua di Sisley e di Monet vibranti di tocchi di luce, le donne di Degas e della Morisot colte nella quotidianità, la natura dei pittori di Barbizon, le bagnanti di Cézanne, le opere di Gauguin che ricompose i tocchi di colore impressionisti in larghe e piatte superfici, cariche di umori e sensualità.

Al termine tempo a disposizione per il pranzo libero.

POMERIGGIO

La Padova Umanistica: dalla rinascita delle arti, con Donatello e Mantegna, al Cinquecento

Padova, nota come la “città del Santo”, e di Giotto, visse nel XV e XVI secolo una stagione di rinnovamento e aggiornamento, grazie alla presenza di artisti quali Donatello e Mantegna, e di dotti umanisti del calibro di Pietro Bembo che a Padova si laureò e visse. Del resto anche la Serenissima, con la caduta dei Carraresi, inglobando la città, investì su di essa, incentivando la storica UNIVERSITÀ, facendosi promotrice della costruzione di palazzi di rappresentanza e di nuovi edifici di culto.
Dopo aver parlato nell’ultimo viaggio dell’Urbs picta del Trecento, ora andremo a riscoprire il volto umanistico di Padova, partendo dal Bo*, sede di una delle più antiche università, dalla BASILICA DEL SANTO, dove si trova il monumento celebrativo al cardinale Pietro Bembo, dotto e fine umanista, progettato dal Palladio, con la piazza antistante dove si erge il monumento equestre del Gattamelata di Donatello, per concludere con la chiesa degli EREMITANI, al cui interno si trova la CAPPELLA OVETARI affrescata da Mantegna e il monumento a Benavides giurista di fama, letterato e mecenate…

* Solo se possibile si visiterà anche l’interno dell’Università di Palazzo del Bo (l’hospitium bovis). Ciò dipende dalla disponibilità dell’Ufficio del Cerimoniale.

Rientro a Milano previsto per le 20.00 circa.

GALLERIA

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