Storia di una collezione e dei suoi capolavori: dal Codice Atlantico al Cartone di Raffaello

Dopo aver fondato la Biblioteca Ambrosiana, il Cardinale Federico Borromeo donava nel 1618 la sua preziosa collezione di dipinti, disegni, stampe e calchi “ad honorem Dei et cultum, publicamque utilitatem”, dando vita ad uno dei più antichi esempi di museo moderno aperto al pubblico, in cui cultura scritta e figurativa si fondono in un progetto unico.
L’architetto Mangone progettò nel cuore antico della città, sui resti del Foro romano, un palazzo che potesse accogliere i rari manoscritti, i preziosi incunaboli e le cinquecentine, una confortevole sala di lettura (oggi Sala Federiciana) e sale per esporre i dipinti donati dal munifico Federico … capolavori  di Bernardino Luini, Tiziano, dei fiamminghi Jan Brueghel dei Velluti e Paul Brill, di Caravaggio e il magnifico e raro Cartone della Scuola di Atene di Raffaello. Dopo la morte del Cardinale, l’Ambrosiana crebbe su stessa grazie a donazioni e i suoi spazi nel Novecento si ampliarono per accogliere altre importanti opere d’arte, in un spirito di continuità che la rende un luogo unico e di grande fascino.

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