Specchio della retorica del Regime con la sua imponente mole e i suoi raffinati arredi e decorazioni

A cura di Tiziana  Sartori, storica dell’arte e guida di Milano

L’1 luglio del 1931 si inaugurava la nuova Stazione Centrale di Milano. In rappresentanza del Governo il Ministro delle Telecomunicazioni, Costanzo Ciano. Grandi assenti Mussolini e l’Arcivescovo di Milano, card. Schuster. L’evento fu una tronfia parata stile Regime, ma ciò che si mostrava era una macchina perfetta: la grande Stazione ferroviaria che da Milano, motore dell’economia e del progresso, univa tutto il Regno d’Italia.
Partiremo da quel giorno per raccontare la storia e la genesi di un edificio che fu l’espressione di un tempo, ma che fu, ed è, anche uno degli esempi italiani di architettura Déco più interessanti. Ne ammireremo la facciata, le decorazioni, gli stucchi, le maioliche dipinte, i marmi, le colonne ed i mosaici. E, cosa rara, potremo “entrare” e scoprire in tutta la sua meraviglia, il Padiglione Reale: vero gioiello nascosto agli abituali visitatori della stazione, che  altro non era che la sala d’attesa privilegiata costruita per l’allora Re d’Italia e per la sua famiglia.
Infine, in punta di piedi, con grande rispetto e circospezione, apriremo una piccola finestra sul Binario 21 con il suo carico di dolore, aspettando di poter tornare di persona a visitare questo luogo della memoria!

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