All’orizzonte la lingua di terra iniziava a prendere forma…

All’orizzonte la lingua di terra iniziava a prendere forma e dal suolo risalivano, sospese nell’aere piena di nebbie e vapori sospesi, scure cupole a bulbo. La parte inferiore restava coperta dalla foschia. Cercai di guardare l’orizzonte con gli occhi dei deportati: difficile immaginare quale sinistro presagio nascondessero, al loro sguardo, quelle forme che a me risultavano tanto affascinanti. Mano a mano che la bruma si diradava l’immagine si faceva più nitida: le cupole antracite si appoggiavano come sbuffi di cioccolata sulle compatte strutture cilindriche bianche dei campanili. Non si scorgevano ancora le croci che, senza dubbio, dovevano esserci. Un basamento di mura in mattoni rossi correva tutto attorno alle chiese, intervallato da monolitiche e possenti torrette anche queste in mattoni. Al dissolversi completo della foschia notai che il mare, ancora arrogante al largo dove mi trovavo, attorno alla terraferma si appiattiva mite in una macchia oleosa e immobile da cui affioravano come creature senza tempo, massi scuri. Le linee del Monastero/Gulag più famoso della storia russa si chiarivano contro il cielo d’acciaio nella loro essenzialità. Ero certa che lì avrei trovato quello che cercavo.

Carol Gallo

DATE IN PROGRAMMA

dom 21/03, ore 18.30

COSTO

Incontro online € 10,00

DURATA

L’incontro interattivo avrà una durata di circa un’ora e mezza

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io amo le terre del nord, le loro atmosfere, la loro quiete quindi per me é stato bellissimo, unica pecca il sapere che venivano usate come prigioni e luoghi di tortura questo mi ha rattristato, purtroppo l’uomo rovina spesso tutto. Grazie a Carol

Carol si supera ogni volta. Ieri con la “sua” terra è stata strepitosa. Molto gradite le sue letture e anche la musica di Dvorak che apprezzo e amo.
Se posso fare un appunto, non a Carol ovviamente, preferirei non leggere le chat dei partecipanti che personalmente mi distraggono dal racconto.
Ancora complimenti e grazie delle iniziative